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La Tenda Rossa | 29 marzo 2024

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Sassicaia 1983 1992 1996 “a bicchiere”

Sassicaia 1983 1992 1996 “a bicchiere”

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19  20  21 ottobre
OMAGGIO A BOLGHERI

3 bicchieri di SASSICAIA di 3 storiche annate 1983 1992 1996
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per gli appassionati venerdì 3 novembre IN MESCITA A BICCHIERE SASSICAIA 1985
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NOTIZIE STORICHE DEL SASSICAIA

Nato negli anni ’60 a Bolgheri, in Toscana, nella Tenuta di San Guido, il Sassicaia è stato precursore di tanti nobili nettari affermatisi in seguito.
Dicono che una piccolissima parte del suo successo sia dovuta anche al nome, esoterico, che contribuisce a renderlo così speciale e diverso dagli altri. L’alto contenuto sassoso del terreno del podere porta ogni anno alla superficie nuove pietre, frammenti di montagne che cullano il prezioso nettare.
Forse dall’origine del terreno deriva il topònimo Sassicaja, o Sassicaia, in voga da oltre 150 anni. Piantato nel 1965, questo incredibile vino raggiunse il mercato solo nel 1968. E fu rivoluzione.
Sassicaia: Grande Vino. Civiltà del Bere, all’alba del terzo millennio, lo definiva “vino del futuro”. Sassicaia: Grande Storia, fu proprio questo vino che fece conoscere il vigneto Italia nel mondo.
Al marchese Mario Incisa della Rocchetta, padre di Nicolò, va il merito di aver compreso con molto anticipo il territorio adatto al vigneto. Il nome stesso, sin dall’epoca romana, aveva sempre indicato un territorio adatto al vigneto, ma questa fantastica storia inizia soltanto quando, nella poderosa genealogia Incisa della Rocchetta, emerge la figura di Leopoldo Incisa, nato nel 1792 e dal 1812 già alle prese con la carriera amministrativa. Solo nel 1845 esce uno studio sulla stagione più adatta allo svinare, ma più interessante é la memoria senza data intitolata “Nozioni generali”, nella quale viene minuziosamente raccontata la situazione dei vigneti di Rocchetta Tanaro. La sperimentazione e gli studi di Lepoldo culminano nel famoso catalogo del 1862, che attrae l´attenzione di ampelografi e vitivinicoltori, che accorrono in gran numero ad ammirare, nelle sale inferiori del castello della Rocchetta, ben 175 varietà di viti in vaso.
Nel 1869, a 77 anni, Leopoldo pubblica il secondo catalogo “Descrittivo e ragionato” della propria collezione di vitigni italiani e stranieri: sono 175 vasi e al numero 92 troviamo il Cabernet Sauvignon, al 145 il Cabernet Gris (o Cabernet Franc), che, come sottolinea il marchese Incisa della Rocchetta “sono entrambe usati nei vini di Bordò e sono fra i più preziosi ch´io abbia introdotti nelle mie colture”. Durante gli ultimi anni di vita, Leopoldo si fa portare in casa i vasi delle viti per continuare i propri studi prediletti e quando muore, nel 1871, nonostante il vivaio gli sopravvive per un breve periodo, il catalogo resta, per diventare fonte preziosa di consultazione per il pronipote, l´inventore del Sassicaia.

Quasi un secolo dopo, il pronipote Mario Incisa della Rocchetta, giovane studente di agraria, che trae ispirazione proprio da quei cataloghi e dalla frequentazione con il Barone Rothschild, per operare trapianti di barbatelle bordolesi prima sui terreni di famiglia (alla Rocchetta) e in seguito, con enorme successo, a Bolgheri. Nessuno prima di lui aveva pensato di far nascere un vino “bordolese” su un terreno italiano: tanto meno in una zona sconosciuta sotto il profilo vinicolo. La decisione di piantare questa varietà nella Tenuta San Guido fu in parte dovuta alla somiglianza che egli aveva notato tra questa zona della Toscana e Graves, a Bordeaux. Graves vuole dire ghiaia, e prende il nome dal terreno sassoso che distingue la zona: proprio come Sassicaia, in Toscana, che come abbiamo visto indica una zona con le stesse caratteristiche morfologiche. Nella biografia giovanile di Mario Incisa c’erano stati due incontri decisivi; il primo con Clarice della Gherardesca (erede della famiglia patrizia regnante da secoli nella Maremma toscana), che il 18 ottobre del 1930 diviene sua moglie e l’altro con Federico Tesio, impareggiabile selezionatore di purosangue, proprietario della più ricca scuderia di vincitori di Derby in Europa. La giovane coppia Incisa si stabilisce all’Olgiata, ex tenuta dei Chigi (la famiglia della madre di Mario), dove nasce un’azienda agricola modello e un allevamento, presto celebre, di futuri campioni: in questo centro passeranno i più grandi crack del tempo, da Nearco a Ribot, entrambi prodotti della nuova scuderia, la Dormello Olgiata costituita in società nel 1932 da Tesio e dagli Incisa. Durante il secondo conflitto mondiale l’Olgiata vivrà tempi difficili ma in pochi anni Mario saprà trasformare questa tenuta in una moderna fattoria, capace di essere anche un’oasi faunistica e ambientale (l´Oasi di Bolgheri): la prima oasi italiana riconosciuta internazionalmente.

Sarà qui che, finalmente, sull’altura dell’eremo di Castiglioncello, si troverà il terreno ideale per il suo cabernet: quel Sassicaia discende proprio da quel primo felice impianto e porterà al primo DOC singolo in Italia, un rosso che ha scalato rapidamente le graduatorie mondiali dei vini di qualità. Ma non fu comunque una strada facile; a dispetto delle ottime premesse, i primi giudizi su quel vino non furono positivi: tra il 1948 e il 1960, il Sassicaia rimane un vino di dominio strettamente privato e viene consumato solo nella Tenuta. Presto il marchese capisce che, invecchiando, il vino migliora notevolmente. Come spesso accade ai vini di grande levatura, i tratti considerati difetti, si trasformano con il trascorrere del tempo nelle ben note virtù che tutto il mondo riconosce al Sassicaia. Amici e parenti non smisero mai di incoraggiare Mario Incisa a continuare con gli esperimenti per perfezionare il proprio rivoluzionario stile di vinificazione: la scelta del Cabernet e l’uso delle barriques sono innovazioni introdotte in Italia, con successo, dal marchese Incisa, destinate ben presto a diffondersi in tutta la penisola

Grazie alla sua sapiente regia, il 1985 è un “Annus Mirabilis”, in cui il Sassicaia è considerato unanimemente uno dei più grandi vini mai assaggiati in qualunque zona del mondo.
La prima vigna di Mario Incisa è considerata la culla del Cabernet italiano. La terra di Bolgheri continua a donare al Mondo il Sassicaia, un Vino che ha un’Anima Nobile e la memoria delle pietre.


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